Infanzia e periodo degli studi
Fin dalla prima anatomia pubblica a cui assistette, Morgagni incominciò a registrare in un apposito diario medico-scientifico: "... quanto di interessante gli veniva di leggere, di udire o di osservare di persona ...". A questo metodo di studio e di lavoro Morgagni si mantenne fedele per tutta la vita e ciò gli consentì di raccogliere e classificare nel suo diario dal 1699 fino al 1767 osservazioni cliniche e anatomiche, riscontri autoptici, relazioni di colloqui e di discussioni, riassunti critici di letture con aggiornamenti, confronti e integrazioni anche a distanza di anni (G. Ongaro). Nonostante fosse stato colpito pochi mesi prima da oftalmia, il 16 luglio 1701 Morgagni si laureò a pieni voti in filosofia e medicina, dopo essersi guadagnato l'attenzione dei suoi insegnanti per la sua memoria eccezionale e il giudizio acuto. Praticantato e periodo bolognese Nonostante ciò, il 1º gennaio 1707 Morgagni fu costretto a lasciare Bologna, dopo i contrasti con l'influente Giovanni Girolamo Sbaraglia; così decise di trasferirsi a Venezia, attratto non solo dalla libertà che la Repubblica di Venezia offriva ai suoi insegnanti universitari ma anche dalla disponibilità di libri rari, che si potevano trovare nella città lagunare. Qui Morgagni entrò in contatto con diversi uomini dotti, quali il chimico Giangirolamo Zanichelli, col quale lavorò nell'illustre Farmacia di Santa Fosca e l'anatomista Giandomenico Santorini, con cui coltivò gli studi di anatomia comparata. Durante il soggiorno veneziano si recò spesso a Padova, facente parte a quel tempo della Signoria veneziana, per seguire lezioni, avviare contatti e farsi conoscere dall'ambiente accademico. Nel maggio 1709 tornò a Forlì, dove esercitò come medico pratico, ottenendo subito consenso; nonostante ciò la sua vocazione rimaneva l'anatomia e la sua speranza quella di ottenere la cattedra all'Accademia di Padova, ammirata da Morgagni per il suo passato prestigioso. L'8 ottobre 1711 Morgagni ottenne l'incarico, ma tenne la sua prima lezione solamente il 17 marzo 1712: durante l'orazione inaugurale riuscì subito a trasmettere, con il suo latino forbito, l'interesse per la medicina e ancor di più per la verità: nell'esposizione del programma degli studi medici, infatti, Morgagni affermò che non si potesse decidere della natura di una malattia senza la corrispondente sezione del cadavere, sottolineando così come la sua visione del medico non potesse prescindere dagli studi anatomici. Nel frattempo Morgagni aveva deciso di sposare una sua concittadina di nobili origini, Paola Vergeri: nonostante provenisse da famiglia agiata, Morgagni non vantava alcun titolo nobiliare necessario per prenderla in sposa, così che fu costretto a rivolgersi al Lancisi. Quest'ultimo riuscì a fargli concedere da Sua Santità, il 12 giugno 1712, la cittadinanza e la nobiltà romana, che permisero a Morgagni di sposare Paola Vergeri il 22 settembre 1712. Ebbero 15 figli, tre maschi, di cui uno morto giovane, Agostino, che divenne gesuita e Fabrizio, che ebbe due figlie, e dodici femmine, di cui quattro morte in tenera età e otto monache. Vi è in realtà una seconda versione sul numero dei figli di Morgagni, presentata da Massimo Chiadini: in un carteggio morgagnano mostrato durante la terza seduta del I Congresso Nazionale della Società Italiana di Storia della Medicina si parla di tre figli e sette figlie: un maschio e cinque femmine morti in tenera età; inoltre i due maschi sopravvissuti si chiamavano Valeriano e Luigi Giovan Battista. Intanto, in ambito professionale, Morgagni iniziò ad ottenere importanti riconoscimenti: nonostante non si fosse mai attenuto alla stretta osservanza dei programmi, ritenuti allora immutabili e perfetti, i riformatori veneti videro come l'efficace insegnamento morgagnano stesse rialzando le sorti dello studio della medicina, così che il 5 ottobre 1715 il Senato dell'Accademia padovana offrì al Morgagni la cattedra di anatomia, rimasta vacante dopo la morte del professore Michele Angelo Molinetto. Morgagni tenne la sua prima lezione di anatomia il 21 gennaio 1716: dal suo discorso si colse la grande commozione per quel posto tanto desiderato e occupato da illustrissimi predecessori, quali ad esempio Andrea Vesalio, Gabriele Falloppio, Girolamo Fabrici. Dopo aver sottolineato come bisognasse giudicare gli antichi alla misura dei loro tempi e non del presente, Morgagni pose l'accento sull'indispensabilità di ogni parte degli studi anatomici per conoscere la natura del corpo, intesa non come costituzione complessiva bensì come struttura di ogni organo: natura del corpo, che rappresenta il principio del discorso nell'arte medica. A poco più di trent'anni era considerato il maggiore anatomista del tempo e la sua fama crebbe con gli anni: innumerevoli le proposte di lavoro che ricevette dalla città natale ed anche da parte di Herman Boerhaave per andare a insegnare a Leida. Le proposte di lavoro fioccavano come le onorificenze: nel 1718 divenne Preside dello studio di Padova; nel 1724 fu fatto socio del R. Istituto di Londra e nel 1731 dell'Accademia delle Scienze di Parigi, nel 1735 dell'Imperiale di Pietroburgo e nel 1754 dell'Accademia Reale di Berlino. Periodo della maturità e morte Il 2 settembre 1770 venne a mancare la moglie di Morgagni, mentre "Sua Maestà Anatomica" morì a causa di un colpo apoplettico la sera di giovedì 5 dicembre 1771, al numero 2 di via San Massimo, a Padova. Fu sepolto nella vicina Chiesa di San Massimo. Anatomicorum Princeps Fra i suoi ammiratori, si segnala il medico Camillo Versari, che ci ha lasciato Sei discorsi consacrati alla vita, alle opere, all'elogio di Giovan Battista Morgagni e che nel 1873 ha donato alla città di Forlì il monumento a Morgagni. |
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